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martedì 22 agosto 2023

Teoria 'filosofica' universale sull'essere umano firmata 'bana'!

 Ecco dunque la teoria 'filosofica' universale sull'essere umano firmata 'bana'!



Fino a sei anni i bambini sono deliziosi! Magari faticosi, ma deliziosi! Poi cominciano a crescere. In  ogni caso fino ai 10 anni sono sopportabili, poi incominciano a diventare supponenti e polemici... diciamo fino ai 13/14 anni quando diventano totalmente scemi per definizione e tali restano fino ai 20 anni! Hanno in mente solo gli ormoni con conseguenze annesse e sono SCEMI, ma almeno perdono la supponenza!

A questo punto i più cominciano a farsi qualche domanda, ma le risposte non le cercano e non gliene frega pure assolutamente niente! Verso i 25 qualche risposta iniziano a cercarla e anche a trovarla: studi finiti.. in cerca di lavoro ... Verso i 30 le risposte di solito sono state trovate: studi lavoro famiglia più o meno sono in stato di avanzamento e abbastanza stabili.

 E finalmente arrivano i 40!!! Il meglio che ci sia! Persino i figli iniziano a essere abbastanza grandicelli anche se ormai di nuovo supponenti e scemi! (IÈ il cerchio che si chiude!!)  e volendo, finalmente, potresti occuparti di te!... purtroppo nessuno te lo dice e tu non lo fai di occuparti di te ma continui a occuparti di tutti tranne che di te! 

E quando te ne rendi conto è troppo tardi!

domenica 18 settembre 2022

Finisce il 2021

 Finisco l’anno con una stanchezza così profonda e assoluta che non so se riuscirò mai a iniziare l’anno nuovo.  

Oltre a tutto quello che mi angustia da anni , ora il mal di gambe mi ha annichilito. Oggi ho ceduto e ho preso un antidolorifico,  ma non posso vivere così. Lo so! Lo so! Devo perdere peso! È l’unico e ultimo tentativo che mi resta ma anche per far questo serve un minimo di forza e volontà e voglia di vivere. Le ho esaurite. 


Ore 10,12


Va un po’ meglio. Se Dio vuole


lunedì 17 gennaio 2022

'Incredibili maestre!' testo ritrovato per caso nel mio pad

Incredibili maestre! 

Dura lex sed lex.

Da qualche giorno io e le mie nipoti siamo in Dad.

Didattica a Distanza. 

Quattro spazi-lezione al mattino, uno al pomeriggio.

Il mio compito è assistere. Il silenzio è la cosa più difficile. Dai sussurri e dai bisbigli che si sentono in sottofondo e che a volte all’improvviso si trasformano in voci forti e decise qualche parola sfugge, e non solo ai bambini. Ma questa è un’altra storia. 

Oltre ad assistere non mi resta molto altro da fare a parte procurare materiale vario che va dai fogli bianchi... a quelli a quadretti... con i buchi... alla matita nera che si è volatilizzata... o il temperamatite che te ne ho dato uno ieri come fa a non essere in cartella vabeneeccoteneunaltro.

E i minuti passano scanditi dalle voci delle maestre che spiegano chiedono ascoltano... Si, ho scoperto che le voci delle maestre sanno ascoltare. Lo fanno quando si fermano per capire quello che avviene al di là dello schermo, e consolano e suggeriscono e ripetono all’infinito le stesse parole, bambino per bambino con una pazienza che non pensavo potesse esistere.  

Stamattina in apertura una maestra ha confessato di essersi lasciata prendere un po’ dallo sconforto al termine della lezione di ieri. 

Tutto quello che potrebbe essere risolto con un sorriso o un gesto della mano o una carezza o un’occhiata, ora invece richiede l’interruzione della lezione, la ricerca sullo schermo, tra i volti o tra le manine-simbolo alzate, del bambino che si sta smarrendo e che ha bisogno di un incoraggiamento e, se il microfono è acceso e se la videocamera è connessa, forse l’aiuto riesce ad arrivare. La stessa maestra, tuttavia, poco dopo così ha concluso la lezione:  ‘Bambini? Vedete come siamo diventati bravi con la scuola online rispetto all’anno scorso? E poi? Poi qui ci vediamo in faccia! Senza la mascherina!’. 

Hanno la mia ammirazione e il mio ringraziamento, le maestre. Preparate, duttili, dotate di pazienza inesauribile. 

‘Prendete tre matite... No .. non importa il colore... Come dici? Sì, vanno bene anche i pennarelli. Ora prendetene altre quattro. Quante matite abbiamo? Dimmi Pietro, cosa c’è?’ ‘Maestra volevo dirti... vuoi vedere il mio cucciolo?’ E dopo i gridolini di gioia della maestra che riesce persino a non perdere il filo della lezione, si sente un’altra voce ‘Maestra... ma devo prendere 12 pennarelli o 12 matite? Non ho capito... di che colore...’

È una fatica improba. Connessioni instabili, microfoni spenti, scolari che spariscono dallo schermo e ricompaiono nella sala d’attesa, c’è chi si trova a casa dei nonni o in ufficio con il papà e non ha il libro o la scheda o il foglio, chi non riesce a sentire, chi non vede la maestra,  chi ‘non ci sta più’ sul foglio a scrivere, e tutti chiedono chiedono chiedono finché la loro voce riesce a penetrare in questa strana nuova scuola online, e le maestre ascoltano risolvono e assolvono. Sostengono. Loro, chi le sostiene? 


E i bambini? Bravissimi e pazienti anche loro! Qualcuno segue la lezione addirittura su un cellulare, e nessuno, ma proprio nessuno che dica mai una sola parola di disagio o di lamento per la situazione. 


Marzo 2020 

s.p.

lunedì 15 novembre 2021

Ciò l’ansia

 Quando ciò  l’ansia … ciò l’ansia… perché l’ansia è l’ansia e non ci sono né santi né profeti … lei è lì , e lì resta qualsiasi cosa tu faccia. Se ti siedi si siede con te… tu cammini e lei cammina con te… mangi e mangia con te… Ma porrrrc… miseria

martedì 27 ottobre 2020

Quei venti secondi che a volte fanno la differenza

 Quei venti secondi che a volte fanno la differenza

 

Lo scorso Mercoledì 7 Ottobre, poco dopo le 16, capitandomi di passare davanti ai cancelli della Scuola Elementare Oggioni di Villasanta mi sono soffermata a godermi l’uscita dei bambini e ad ascoltare il loro vocio che si mescolava ai richiami delle mamme, delle nonne, dei nonni e dei pochi papà. 

È tempo di coronavirus. L’epidemia ha cambiato anche l’uscita da scuola. 

Ora, le maestre, brandendo alto il cartello con il nome della classe, guidano la classe fino al cancello dove hanno a disposizione pochi minuti (e quando dico ‘pochi’ intendo veramente pochi; si contano sulle dita di mezza mano) per consegnare i bambini all’adulto venuto a prenderlo. Già, perché i bambini sono piccoli, e le maestre non li lasciano andare finché non riconoscono chi c’è al di là del cancello. 

Pochi minuti, poi é il turno di un’altra classe e lo spazio deve essere lasciato libero.

Me ne stavo ad ammirare la perfetta organizzazione con cui questa Scuola é riuscita a sfruttare gli spazi diversificando i percorsi e i tempi di uscita che richiedono una buona dose di sincronizzazione non solo tra il personale della scuola ma anche tra i genitori che hanno tempi di azione strettissimi soprattutto se hanno più figli da ‘raccogliere’: non tutti gli scolari escono dallo stesso cancello, e allora capita che sia necessario affrettarsi da una parte all’altra dell’edificio ‘trascinandosi’ appresso il primo dei figli prelevato. Ammesso che frequentino la stessa scuola. 

Villasanta aveva un ottimo servizio di aiuto alle famiglie orchestrato dai ‘Nonni civici’ ma, si sa, i nonni di questi tempi sono una categoria protetta. (Ma quanto ci manca il nonno ‘Batti un cinque’ che pure gli adulti obbedivano e dopo sorridevano un po’ di più!) 

Me ne stavo, quindi, a guardare l’allegro scompiglio che si intricava e si scioglieva veloce nel susseguirsi delle classi in uscita, quando davanti a me si è fermata una macchina, la portiera si è spalancata e ne è uscita veloce come il fulmine una donna. ‘Torno subito!’, ha esclamato rivolta a qualcuno dentro la macchina (poi ho visto che era una bambina di 9/10 anni) e ha fatto per catapultarsi verso il cancello della scuola. 

Bene! Siamo arrivati al fatto centrale di tutto il racconto.

Un vigile le si è avvicinato a passi rapidi ammonendola con assoluta severità sia nella voce che nei modi e nel volto che lì, dove aveva lasciato l’auto, non era permesso posteggiare. ‘Solo 20 secondi!’, affannata la donna indica la scuola, ‘ Prendo la bambina e... davvero neanche 20 secondi...’, ma il vigile è irremovibile. Lì non è dato parcheggiare! Poi guardando un’altra macchina posteggiata giusto mezzo metro più avanti, ‘Questa è di un handicappato’, dice quasi a giustificarsi facendo con la mano un gesto come a dire ‘chiudo un occhio...’. 

Da non credere, vero? 

Aggiungo che nessuna delle due macchine intralciava in alcun modo il traffico.

La donna in questione ha un attimo di incredulità, più che di incertezza, poi torna sui suoi passi.

Risale in macchina. 

Mette in moto. 

Mette la freccia.

Aspetta che la strada si liberi (il vigile non fa neppure il tentativo di fermare i mezzi che sopraggiungono). 

Percorre meno di  due metri.

Frena creando alle sue spalle un immediato ingorgo.

Punta il muso dell’auto verso l’unico parcheggio libero che si trova proprio vicino al cancello della scuola.

Fa spostare i parenti che, forse per rispettare la distanza sociale, lo hanno invaso.

Aspetta che anche la donna incinta che sta sopraggiungendo si accorga di lei e si sposti, e finalmente lei e la legge si trovano dalla stessa parte! 

Altro non ho visto, ma immagino l’agitazione sua, e di sua figlia, e della maestra che non la vedevano arrivare. 

Ah! Un ultimo particolare: sul sedile posteriore della macchina ho visto un seggiolino, uno di quelli per bambini piccoli. Vuoi vedere che c’era un terzo figlio da recuperare?

Che tristezza, vero, una storia così?

E allora?

Allora io ho cambiato il finale.

In questo modo:

“... davanti a me si è fermata una macchina, la portiera si è spalancata e ne è uscita veloce come il fulmine una donna. ‘Torno subito!’, ha esclamato rivolta a qualcuno dentro la macchina e ha fatto per catapultarsi verso il cancello della scuola. 

Un vigile le si avvicina a passi rapidi. 

‘Deve prendere un bambino a scuola?’ le chiede con un sorriso. E poi vedendola agitata aggiunge ‘Non si preoccupi, signora! Vada tranquilla! Alla sua bambina e alla sua macchina dò un’occhiata io.’ “


Ecco, una conclusione come questa mi avrebbe allargato il cuore, e la mia giornata si sarebbe conclusa con un filo di speranza e di fiducia in più.


Solo venti secondi! 

A volte sono quelli che fanno la differenza.


Silvana P. 


giovedì 14 maggio 2020

Occcavolo

Occcavolo ! Cosa mi sta capitando stamattina.. Ho strane visioni di me che passo il mio tempo a giocare col pad o forse è il pad che gioca con la mia vita.. Ecco.. visto? È questo che mi fa dire: occcavolo cosa mi sta capitando.. Ste idee strane..
ora aspetto che passi del tipo: ti vien voglia di lavorare? Siediti e aspetta che ti passi!

sabato 2 maggio 2020

c virus maggio

13 maggio ore 19 meno uno

E adesso cosa accadrà? Accadrà che ci si abitua mentalmente al fatto che i vecchi sono i più idonei al virus. Continuare a stare tutti chiusi per proteggerli? Dai! Assurdo! E allora vada come vada... Chi si ammala si ammala. Tipo : chi è sotto è sotto chi tocca tocca... E buoNanotte al secchio... o al vecchio... 

Non credo che manchi molto a questo... Siamo... sono tutti stufi.. 


E un ringiovanimento della popolazione ... dopotutto..  ci sta proprio bene... 

2 maggio ore 18,21

Sfacchinato un po' in giro per casa. 
Ascoltato nuovo libro su Audible.  
L'inizio, intendo, del libro.   
La vita è un cicles della Margherita Oggero 
(https://www.qlibri.it/narrativa-italiana/gialli,-thriller,-horror/la-vita-%C3%A8-un-cicles/) sembra divertente.
Preso il sole.
Entrata in fase silenziosa di vittimismo. 
Aspetto che mi passi.

Qualche giorno dopo e
Ho dormito di sasso fin poco prima delle quattro. Mi son svegliata in ‘buona’ tutto sommato. Ho giocato tranquilla, A un certo punto mi è piombato addosso il peso di tutta sta situazione assurda.. che poi così assurda non è.. ce la siamo proprio andata a cercare a furia di infierire sulla natura... Fatto sta che mi è venuta una micidiale crisi di tristezza con lacrimoni che ho lasciato scendere senza neppure asciugarli.. Ogni tanto mi capita. Poi sto meglio. Come dopo aver partorito: una crisi di pianto liberatorio di tutta la tensione accumulata (è normale reazione allo stress fa parto). Ricordo che c’erano mia mamma e mia sorella maggiore e io che dicevo loro: continuate a parlare..  continuate .., non badate a me.. sto bene.. ho solo bisogno di piangere.. E loro che sapevano bene cosa provavo mi hanno lasciato piangere in santa pace! Ecco... prima più in piccolo ma mi é capitato qualcosa di simile. 


13 maggio ore 19 meno uno

E adesso cosa accadrà? Accadrà che ci si abitua mentalmente al fatto che i vecchi sono i più idonei al virus. Continuare a stare tutti chiusi per proteggerli? Dai! Assurdo! E allora vada come vada... Chi si ammala si ammala. Tipo : chi è sotto è sotto chi tocca tocca... E buoNanotte al secchio... o al vecchio... 

Non credo che manca molto a questo... Siamo... sono tutti stufi.. 

E un ringiovanimento della popolazione ... dopotutto..  ci sta proprio bene... 


sabato 18 aprile 2020

Al tempo del coronavirus mese aprile

18 aprile ore 7,40
Il tempo! É tutta questione del tempo!
Il tempo si é fermato. Si è dilatato. Rarefatto.
Ne hai a disposizione tanto, ma veramente tanto... eppure è come se Improvvisamente diventasse poco o addirittura non esistesse più.
Anche le normali quotidiane operazioni si sono dilatate. Tanto c’è tempo... e allora dormi di più... e al mattino non ti alzi mai... e rimandi... rimandi... rimandi... Ecco ‘rimandi!’ Dopo l’iperattività iniziale scattata al primo impatto con questa strana situazione in cui siamo stati catapultati é subentrata la fase della quiete ‘che tanto ci sarà tempo domani...’
E poi a un certo punto della giornata ti vien voglia di far qualcosa ma ormai è tardi... troppo tardi... è sera... si cena... si chiacchiera in videochiamata con chi non riesci più a vedere direttamenre ed è ora di andare a dormire.
Fa niente... tanto c’é tempo... tanto tempo...

22 aprile ore 7,  40
 Ho dormito di sasso fin poco prima delle quattro. Mi son svegliata in ‘buona’ tutto sommato. Ho giocato tranquilla, A un certo punto mi è piombato addosso il peso di tutta sta situazione assurda.. che poi così assurda non è.. ce la siamo proprio andata a cercare a furia di infierire sulla natura... Fatto sta che mi è venuta una micidiale crisi di tristezza con lacrimoni che ho lasciato scendere senza neppure asciugarli.. Ogni tanto, lo sai, mi capita. Poi sto meglio. Come dopo aver partorito: una crisi di pianto liberatorio di tutta la tensione accumulata (è normale reazione allo stress fa parto). Ricordo che c’erano mia mamma e mua sorella maggiore e io che dicevo loro: continuate a parlare..  continuate .., non badate a me.. sto bene.. ho solo bisogno di piangere.. E loro che sapevano bene cosa provavo mi hanno lasciato piangere in santa pace! Ecco , prima, più in piccolo ma mi é capitato qualcosa di simile. 

26 aprile ore 10,51

Ieri alle 15 dalle strade oltre il giardino ho sentito cantare Bella ciao... che ieri aveva un significato di ‘libertà’ fuor di politica e al di là di ogni celebrazione storica: ieri aveva il sapore della voglia di uscire da questa situazione, ieri aveva il sapore del bisogno di resistere per tornare alla normalità, e di balcone in balcone i gridi le risate e gli applausi urlavano la voglia di stare insieme... Mi è venuto il magone...

domenica 15 marzo 2020

Nell’anno del coronavirus


Venerdi 13 Marzo, Ore 8,42


Inizia un’altra giornata di reclusione forzata. Dalla finestra aperta alla primavera entra in camera un silenzio irreale rotto soltanto dal rumore ovattato di pochissime automobili che passano quasi timide lungo la strada al di là del giardino. 
Non hanno la solita rombante spavalderia. Passano guardinghe. Neppure le lastre smosse del selciato fanno rumore, quelle stesse lastre colpevoli con il loro grido beffardo di tante mie notti insonni. 
Ora ecco il rintoccare della campana della piccola Chiesa di san Maurizio posta sulla sinistra della Piazzetta Santa Margherita in fondo alla breve e stretta via che dal terrazzo mi si para davanti agli occhi al di là del giardino.
Lo strusciare delle grosse spazzole rotanti della macchina che pulisce la strada frammezzato ai rintocchi del campanile mi pare fin strano in questo momento in cui la vita sembra essersi fermata. M

Oggi cosa farò? Ho bisogno di qualcosa di concreto che si possa toccare e vedere. Forse una torta... o forse mi darò da fare con carta colla forbici e creerò un terribile quaderno di incantesimi e magie degno di una strega del passato. Lo farò persino un po’ sbruciacchiato ... le streghe finivano sul rogo... Le mie nipotine ne saranno felici quando sta faccenda finirà... 

È un momento difficile, e bisogna inventarsi qualcosa da fare, qualcosa che tenga impegnata la mente per darle modo di distogliersi e riposare anche se per poco.
Mi manca l’aria aperta del Parco. Quante volte ho detta ‘no’ all’idea di andare a camminare... Troppa fatica... troppo caldo... troppa pigrizia...
Mi manca la palestra dalla quale esco sempre meglio di come entro.
Mi mancano le quattro chiacchiere rubate al tempo sulla porta della palestra.
Le risate con le amiche e gli ammiccamenti complici.
‘Stare in casa’... Cos’è che dà fastidio? Esserne obbligati! Essere privati della libertà di fare ciò che si vuole. Ecco cosa c’è di insopportabile. Stiamo provando sulla nostra pelle il significato ‘perdita della libertà’!


Sabato 14 marzo ore 8,26


Pioggerella leggera. Poco fa è passato su di noi un piccolo temporale. Già... ê quasi primavera... 
Il  caffè ha dato alla mia mente il segnale di svegliarsi e penso a come posso occupare la giornata, oggi. Sistemerò la libreria! Mi sono sempre piaciuti i libri. Quel buon profumo di carta e di inchiostro unito a quel pizzico di odor di polvere che sa di sapienza antica, di cultura, di viaggi nel tempo e nell’anima. E so che in bilico sulla scala di metallo non saprò resistere alla tentazione di sfogliare le pagine non fosse che per sentirne la musica, e mi soffermerò a leggere qualche riga... Solo qualche riga... Solo qualche... Solo qualch... e accoccolata là in alto vicino al soffitto mi perderò ancora una volta nella magia della parola. Il tempo passerà più lieve. 

Versione meno poetica

Piove, porca miseria! Piove come in autunno. Decisamente meglio il temporale di prima con fulmini e tuoni. Era un segnale di vita e il cielo rimbombava che era una meraviglia, Dai, non pensarci e beviti il caffè! Scotta accidenti Che cazzarola faccio oggi? Un bel niente? Seeee... poi a furia di star lì immobile a guardare il soffitto ti viene la gnagnera oltre che il mal di schiena. Inventati qualcosa. Sistemare la libreria? Su e giù per la scala... sposta di qui... sposta di là... e voilá...  fatta un po’ di sana ginnastica. Magari mi vien pure da aprire un libro e mettermi a leggere...  Oddio! Là in alto instabile  sull’ultimo gradino... ODDIO!!! E SE CADO???

 Un’ora dopo
Fatto uno scaffale. Saliti e scesi 6 scalini non so quante volte. I libri erano tutti sossopra e mischiati. Mi basta e avanza. E poi ‘Morte a Venezia’ non c’è. Uffa


Domenica, 15 marzo ore 5 del mattino 


È ancora buio. Dal giardino mi raggiunge il canto del merlo. È finito l’inverno quindi! Canterà fino all’alba. So dove si trova il merlo. Sul ramo più alto del tasso in fondo al giardino. È lì che si mette prima del mattino. Sempre. Al tramonto invece lancia il suo canto al ciel dal colmo del tetto, sul braccio dell’antenna della televisione. Quante volte ho ascoltato la melodia del suo fischiare. 
Ora sento in lontananza altri merli che dai giardini vicini rispondono al ‘mio’ merlo in un concerto di richiami che sono un inno alla vita. Sono tre, e coordinano il canto senza mai sovrapporsi quasi si raccontino l’un l’altro la gioia del nuovo giorno. Un invisibile direttore d’orchestra affida il tema musicale ora a questo ora a quello in un crescendo di trilli flautati, acuti e forti, con brevi suoni più bassi.
Ecco, mentre concentrata scrivevo di loro, hanno pian piano diminuito i gorgheggi. L’alba è vicina. Ora sento gli ultimi suoni, sempre più rari e sottili all’orecchio. È come se sapessero di dover smettere di cantare, ma non volessero.
La sirena di un’ambulanza che si avvicina e si allontana mi riporta alla realtà. Il silenzio della città ê tale che posso seguirne il suono a lungo fin quando ormai molto fievole ne immagino l’arrivo in ospedale.  Quando riporto l’attenzione al giardino, tutto tace. 

Dalle persiane chiuse trapela la prima luce. Inizia un’altra giornata di attesa. 



Lunedi, 16 marzo ore 7,10



Mi sveglio. Ho freddo. Mi rincantuccio sotto le coperte tirandomele bene ma proprio bene fino intorno al collo che non si insinui neppure un sibilo di aria. Un ultimo ritocco  porta il lenzuolo sopra l’orecchia chè quando ho freddo non sopporta la minima frescura. 
‘Bene!’, penso, ‘Oggi che faccio...’ e non mi dò neppure la briga di trovare una risposta. Tanto sarà una noia un po’ angosciata come ieri.
‘Potrei’, mi suggerisco, ‘potrei appendere la bandiera verso strada!’
‘Sarebbe’, cerco di convincermi, ‘sarebbe un bel segnale di solidarietà...’
Poi mi sistemo ancor meglio le coperte tutt’intorno al corpo e chiudo gli occhi cercando il conforto del sonno.




Martedi 17 Marzo , ore 6



Sveglia come un grillo. Non posso tergiversare... corro... mi trascino in bagno per la pipì..
Torno al calduccio delle coperte, ma ormai il sonno è passato. Gioco a Ruzzle e scopro che due della squadra sono svegli al pari mio. Chiacchieriamo tra una partita e l’altra. Scopro che oggi qui c’è il sole. Me lo dice Stefania. Abita a Milano. Buona giornata a tutti!



Venerdì, 20 Marzo ore 8,34



Mi sono svegliata male stamattina. Penso che il merito sia del sogno. Ero in giro, a un certo punto in piazza Treno e Trieste. 
Era giorno. Una scolaresca in gita scolastica. Tutti i ragazzi accalcati gli uni su gli altri attorno al professore.
Io avevo per mano un bambino di 4 o 5 anno che suonava un ocarina o un piccolo flauto.
Sconvolta da quell’ammassamento cercavo il professore per fargli una storia e farli allontanare, ma non lo trovavo e allora ho preso in braccio il bambino e cercavo di allontanarmi ma due ragazze mi seguivano e uggiolavano che bel bambino ... che bel bambino.
Poi ero in una strada più stretta diretta a casa e i bar erano pieno di gente seduta fuori che rideva giocava a carte scherzava e io mi son messo a dir loro a voce alta ‘sgombrate! Disperdetevi! Allargatevi!’ Ma nessuno mi ascoltava..

Ecco, credo che questo sogno mi abbia fatto svegliare con l’angoscia. Quando ho aperto gli occhi avevo mal di stomaco e un’ansia da brivido. Ho avuto come l'impressione che non ne usciremo mai. Che niente sarà piuttosto come prima.
Ho fatto il caffè e son tornata a letto come faccio sempre se posso e adesso posso... posso... Ho fatto due partite a ruzzle contro voglia il che la dice lunga e pian piano mi son calmata un po’
Oggi? Dovrò  trovare qualcosa da fare che mi occupi mani e mente. Lavorerò alla agenda di C.


21 marzo, ore 9


Maledizione... maledizione ai momento in cui ieri sera ho deciso di prendere solo una pastiglia! Quella che io prendo la sera per le gambe senza riposo.
‘Vediamo un po’, mi son detta, ‘proviamo! Magari  ne basta una! Coi tempi che corrono... andare in farmacia...mascherina... mani...’ Un accidenti mi prenda! Mi son dovuta alzare più e più volte. Son finita in cucina a mangiare ovviamente. A volte poi mi addormento dopo il cibo, vero! Ma già non vado in palestra e metto su ciccia anche senza queste incursioni... Ho dovuto ricorrere al valium . Stamattina ho faccia e occhi gonfi. (Mi è venuto il sospetto che sia il valium., Indagherò, Già ho scoperto che mi crea sensibilità al solo..Mamma!!, ma dovevi ereditarmi questo bel regalo!!??)
E come se non bastasse SOGNO! Sogno un sacco. Troppo


22 marzo. Domenica ore 8,20


Apro gli occhi. Tre secondi. Li richiudo. Oggi non affronto niente. Me ne sto qui tutto rincantucciata e aspetto. Aspetto di dimenticarmi di me. Aspetto che il mondo dimentichi.
Non so neanche che giorno è. Cioè, so che è il 22. Ieri era primavera! Ma se sabato o lunedì..no lunedì no .. se no ieri sarebbe stata domenica e NON era domenica! Poi ho guardato il pad e ho visto che OGGI è domenica. Bene. Ci sarà più silenzio del solito.
Non sento sirene. Né vicine né lontane. L’altro giorno mentre cucinavo ho sentito avvicinarsi prepotente una sirena. Ho guardato e sotto le finestre passavano ‘solo’ i pompieri. Bellissimi. Rossi. Luccicanti POMPIERI. Ieri stessa cosa. Sento la sirena. Mi affaccio. Una enorme autoambulanza mi ha tolto il fiato. Non l’ho guardata passare. Ho chiuso in fretta.
Oggi il cielo è nuvolo.

20 minuti più tardi
Poi mi son messa a scorrere il mio blog..Cavolo! Mi piace! Son brava!
A parte questo slancio di bellaggine verso me stessa, mi son soffermata su un video di Celentano di cui ho inserito il link e casualmente (probabile che in seguito abbia cliccato a caso in youtube) ho trovato un altro video: Celenta e Mina. Fantastico



 https://youtu.be/p3TZrdNmdbc



Ore 16

Coro ... da lontano. Va pensiero




Lunedì 23 marzo ore 9,06


Stanotte un vento furioso mi teneva sveglia. Beh, a dirla tutta ero sveglia ‘forzata’ anche per altri due motivi.
1) Ruzzle. Alla una sarebbe finita la sfida settimanale e DOVEVAMO vincere e DOVEVAMO cioè dovevo, gli altri dormivano tutti, tenere a bada i secondi che ci incalzavano. Abbiamo vinto. Ovvio. Quando mi ci metto. Mi ci metto.
2) Spesa on line. Impossibile da giorni trovare uno slot di consegna libero. Ieri avevo letto da qualche parte che è a mezzanotte che la Esselunga mette a disposizione in nuovi slot. Bene. A mezzanotte clicco. Sito in manutenzione. Riprova piuttosto tardi. Bene, ho pensato amleticamente, allora c’è del vero in quanto letto. Ho riprovato per mezz’ora.,  Finalmente la rotellina inizia a girare e il sito si carica di nuovo. Ci siamo, mi son detta. .Spes ultima dea. CICCIA! Gli slot TUTTI OCCUPATI.!!! Anche stamattina.




merc 25 Marzo ore 9,45


Dies infausta quae incipit cum maldestro (very very very molto maldestro) inciampamento et conseguente sversamentulo   my cup  of coffee .... in lectuli camera!!!
Ahhhh! (Gridum doloris!)
Pavimentum et lectum et materassum et  pantopholae  alias appellatae chabattae  et  copertae et, ovvie, lenzuola ... omnia et omnes ...
hercle!!

Gio 26 Marzo ore 6’23


Dormito bene anche se per addormentarmi son dovuta ricorrere al cibo. Fette biscottate. Dopamina. Non va bene ma poi mi addormento.
Oggi? Oggi vorrei poter riaddormentarmi e dormire dormire dormire...

Ps. Ieri ho trovato un slot di consegna libero. Yeeeeesss!!!




Ore 10,47

Sono in piena auto commiserazione. Ahimè

Sabato 28 ore 17,16


Pensieri terribili mi corrono in testa e non riesco a scacciarli. Ma arriveremo alla lotta per il cibo? Gireremo armati per difenderci? Sempre più mi viene in mente Survivors i sopravvissuti.. serie anni 70


Lunedi 30 marzo ore 7,36 di ora legale

Una sola parola stamattina mi viene: uff!!!

Ore 21,46

Ma porca la miseria! Tutti sti sacrifici di reclusione e poi ? Eccola lì la scemata che scopro stasera. Antefatto: stamattina il Peppo è sceso in farmacia e già che  c’era gli ho detto di andare a prendere il pane. Bene. Torna, gli apro il coso della plastica, butta via i guanti, si lava le mani in tre secondi ma pazienza. Ok. Stasera butra ninnso cosa nella plasticace giù una bella spinta con le mani le braccia dentro al secchio della plastica. Poi ‘io grido’ capisci? Io grido! Cavolo! E mica si catapulta a lavarsi quando ‘io grido’ No! Ha da ridire che ‘grido’! Le mani si è degnato di sciacquarle.. E fosse finita qui! Ho scoperto poi che si é fermato anche al bancomat! Ora! Non l’ho visto e quindi unp 0,000001 % lo posso concedere, ma avendo io stamattina sentito due volte la porta di 8 gresso ricostruisco cosi: è uscito una prima volta per il bancomat (bella sana la tastiera!) É tornato su a portare i soldi (tastando la ,maniglia, forse il corrimano, il cassetto della scrivania, du nuovo la maniglia questa vo,ta quella interna, le chiavi , con gli stessi guanti poi è andato per il pane. No comment





domenica 1 marzo 2020

Canto Navajo

Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano.
Sono la scintilla diamante sulla neve.
Sono la luce del sole sul grano maturo.
Sono la pioggerellina d’autunno.
Quando ti svegli nella quiete del mattino
Sono le stelle che brillano la notte.
Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
– Canto Navajo –


sabato 22 febbraio 2020

All’ipotetico lettore di M.Guidacci

Margherita Guidacci 1921 - 1992

All'ipotetico lettore


Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa' che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio
non è minore che nell'incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

martedì 5 novembre 2019

il problema è il tempo. Non passa mai. Guardo l'ora: 9,30. Lascio passare quello che mi sembra un lunghissimo lasso di tempo. Riguardo l'ora: 9,35. E via coì per tutto il giorno. Mi occupo in qualcosa, non fosse che un cassetto da riordinare o meglio da svuotare e buttare via tutto quello che contiene e che è di quella parte di vita che non mi appartiene più, guardo l'ora .. Il tempo non passa più. So che mi pentirò di questa situazione, quando rimpiangerò questo tempo che ho ORA a disposizione, lo so. Ne sonpo consapevole. Ma è uno struggimento tale quello che  provo da essere insopportabile  Ci sono rari attimi di sollievo momentaneo durante i quali mi sembra che tutto sia bello sia sereno sia facile vivere, ma poi ,,, poi ,,, ripiombo nel buio delle disperazione. Mi son messa al computer e scrivo sul blog queste parole che non  posterò per far passare il tempo. Adesso alzerò lo sguardo per vedere l'ora: 9,54. Ancora..

venerdì 13 luglio 2018

Io non so parlar d'amore

Io non so parlar d'amore 


Io non so parlar d'amore
l'emozione non ha voce
E mi manca un po' il respiro
se ci sei c'è troppa luce
La mia anima si spande
come musica d'estate
poi la voglia sai mi prende
e mi accende con i baci tuoi
Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono
Ti sarò per sempre amico
 pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma preziosa sei tu per me
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
Un'altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna
tu sarai fino a quando
so che lo vorrai
Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
Un'altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando lo vorrai
poi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
pienamente noi uhu uhuhttps://www.youtube.com/watch?v=hZsLAhvuBzo

mercoledì 14 febbraio 2018

Corso di disegno 2 - Elogio della Chiacchiera

                Diverte
                  Insegna
                    Stimola
                      Esalta
                        Glorifica
                          Nutre l'anima
                            Ossigena il cervello



Continua il corso e comincia a esaltarmi. Non che io faccia grandi progressi (ma sto scoprendo che anche altri compagni di questa avventura scuotono sconsolati la testa davanti alle proprie opere che invece agli occhi nostri paiono bellissime e invidiabili!),  in compenso aumenta a dismisura la mia capacità relazionale! 
Qui si disegna sì, ma anche si chiacchiera..pardon .. ci si relaziona che fa più fine!
In verità dovremmo tacere tutti, un po’ obnubilati dall’estro artistico, almeno secondo la Carla che sostiene (e io le credo!) che per creare arte, nel nostro caso disegnare, bisogna affidarsi alla parte destra del cervello (sic!) fino a estraniarsi dal mondo e diventare un tutt'unico con la propria opera... Ma di questa ghiotta teoria parlerò in altra occasione. 

Noi del nostro tavolo CHIACCHIERIAMO! Ohhh .. l’ho detto! Che liberazione! Liberazione da quel sottile senso di colpa che provo quando, non resistendo all’impulso compulsivo di comunicare nell’immediato il mio pensiero extemporaneo, mi rivolgo a MA al mio fianco che mai mai mai ha finora dato segno di insofferenza rivelando al contrario spirito allegro (ride alle mie battute!) e mordace (corrisponde alle mie battute!), e insieme finiamo per alzare un po’ la voce ... Temo che qualche occhiata non proprio di apprezzamento alle nostre spalle... Ecco perché provo il senso di colpa!! Ma è tanto rilassante e piacevole star bene con se stessi e i vicini che mi scuserà chi non riesce a partecipare al senso di benessere che trapela dalla nostra postazione.


La conversazione si allarga se pur senza continuità anche agli altri artisti che lavorano allo stesso nostro tavolo. Ormai ci si conosce!

Ogni tanto Angela, che traffica operosa davanti all'armadione pieno di ogni ben di Dio di oggetti vari di ogni dimensione, colore e materiale, nel tentativo di portare al suo interno un po' d'ordine e di civiltà, passa tra i tavoli e mostra uno o più sacchetti, quelli in cui a fine lezione ognuno di noi ripone gli oggetti che gli serviranno ancora la prossima volta, e chiede 
con voce delicata per non disturbare coloro che ascoltano la propria ispirazione, se qualcuno per caso sapesse  a chi appartiene. Ci prova tutte le volte e tutte le volte ottiene sguardi persi e risposte rarefatte...Il fatto è che proprio non sappiamo...

L'apoteosi della chiacchierata giunge all'apice quando dalle nostre parti passa uno dei maestri che  richiesto di aiuto si prende prontamente cura di noi.

E mentre corregge rettifica suggerisce e traccia linee chiare e certe, iniziamo a parlare fra di noi, e non per forza  del disegno che abbiamo davanti. Gli argomenti spaziano e sono sempre stimolanti. Si parla di tecniche pittoriche, di riferimenti artistici, si guardano foto di quadri famosi, si fa qualche incursione nel 'sito' delle nostre insegnati/artiste e da qui il salto è breve... guarda il nipotino, guarda questo paesaggio, hai visto la tal mostra, uhhh sììì.... bellissima e interessantissima!!! Ho letto un libro che...Aspetta che guardo se c'è in biblioteca..  Ho fatto l'abbonamento annuale per i Musei (é da fare in assoluto! Via libera quando vuoi e come vuoi per tutti i Musei...) ... Come va la salute? Meglio, grazie! Adesso ti racconto... Mio marito dice che... Il mese scorso sono andata a .... Il prossimo io andrò... Ultimamente abbiamo fatto una lunga chiacchierata con un'amica, direttamente coinvolta e che quindi ci ha dato notizie di prima mano, sui bambini che dalla Bielorussia vengono in Italia per brevi periodi presso famiglie italiane. Il tono si è fatto serio e le domande sono state tante. Quando ci sono in gioco i bambini...

Torniamo a noi...Tra una ciarla e l'altra  il tempo passa in un baleno, e viene l'ora di sistemare l'aula, e qualcuno già saluta ed esce frettoloso, e noi che restiamo abbiamo tutto il tempo per prolungare la chiacchiera con Mariella, Carla, Angela, e, quando c'è, il Leo! (Il quale Leo ultimamente latita... e ne 'le quiete stanze' non risuona la sua voce grave e profonda che non può passare inosservata. Ma lo si perdona. Studia! e lo studio e gli esami sono sacri!)


la chiacchiera è liberatoria catartica rilassante 

distensiva stimolante a volte perfino stuzzicante...


(vedi prima puntata)

Vecchie poesie ritrovate

Credevo di aver perso queste poesie, anche perché tempo fa in un impeto di pulizia dei ricordi e dell'anima ho buttato via un sacco di scritti.
Invece guardicchiando nel quaderno delle recensioni di libri letti (bella abitudine che avevo ma che ormai ho purtroppo abbandonato...) le ho ritrovate, o meglio ne ho ritrovato lo scritto primo. Ero già tragica nel 2009! 
D'altronde è proprio quando non sai più come esprimere quel che hai dentro e che sembra scoppiare, che ricorri alla poesia dove le immagini i suoni i  colori possono sostituire i pensieri e dar sfogo ai sentimenti.

29 .4 .09

Noi vittime del passo cadenzato 
dei prepotenti
viviamo una vita non nostra
e non possiamo mettere in mostra
i pensieri profondi e leggeri
che nel vento vorremmo inviare
per farli tornare più lievi
sull'onda sottile 
del suono
che unisce i ricordi di ieri
alla speranza del poi


4.2009

lasciatemi stare
lasciatemi stare
é l'ora del giorno
che cala silente,
e sale ululante la notte
Urlano le ore
la solitudine brucia il respiro..
lasciatemi stare
lasciatemi stare

lunedì 5 febbraio 2018

è scoppiata un'amicizia! (in senso positivo)

"Tra MA. e la nonna è scoppiata un'amicizia!"  racconta a suo padre la mia nipotina e sorride tutta felice perché anche tra lei e una compagna di palestra (proprio come per  me!) è scoppiata un'amicizia!
Ed è un'assoluta verità!
MA. mi fa fare cose piacevolissime che io avevo tralasciato da tempo per pigrizia per poca volontà ma, penso, soprattutto per mancanza di un compagno d'avventura.
Mi porta a visitare mostre d'arte, con lei frequento un ganzissimo corso di  disegno, siamo state insieme a una cena letteraria, mi ha fatto scoprire una nuova libreria un po' diversa dalle solite più commerciali,... Insomma non passa molto tempo dall'ultima 'avventura' che già me ne propone un'altra. E non solo... :  mi trascina a far tutto ciò utilizzando i mezzi pubblici assoluta novità per me 'viziata' dalla macchina sempre a disposizione per i tragitti lunghi e dalla bici per le distanze brevi.
E questo mondo di treni pullman autobus biglietti obliterazioni attese orari scritti così in piccolo che ci vorrebbe una lente di ingrandimento appesa al palo ... questo mondo, dicevo, da me dimenticato (devo risalire ai tempi dell'università ...) è già di per sé un'avventura!
Non paga di tutto ciò, MA. resasi conto di qualcosa di strano e avendo letto in questo stesso mio blog il post "Adesso sono stufa!" si rende conto di avere un'altra amica con le medesime identiche (mi si perdoni il termine... io nei miei confronti POSSO USARLO! Se  lo usa qualcun'altro ... lo inchiodo!!!) con le medesime, dicevo, 'mene mentali' e decide che forse la cura potrebbe essere quella di metterle in contatto. Detto fatto, trasmette i dati del mio blog a M. che legge strabilia ci si riconosce ulula di gioia nel trovar conforto in un'anima gemella... e tramite l'amica comune mi fa giungere il suo entusiasmo per le parole del mio post.
Posso io resistere al richiamo di un apprezzamento tanto acclarato? Son stufa sì, ma hai voglia a guarire!! In realtà il richiamo irresistibile è ben altro:  trovare qualcuno con il tuo stesso problema è balsamo sulle ferite, è acqua fresca nella calura estiva, è luce in fondo al tunnel, è sollievo... NON SONO SOLA! QUALCUNO MI CAPISCE!
Così di impulso approfitto dell'indirizzo che trovo in calce alla missiva che mi è stata inoltrata e scrivo scrivo scrivo di getto, forse anche senza un filo logico, a questo mio alter ego (così la chiamo io, per lei sono anima gemella) che mi risponde a breve giro di posta, io leggo e DEVO scriverle! Non riusciamo più a smettere!
Ho l'impressione che sia scoppiata un'altra amicizia!

MA. naturalmente sta già tramando per farci incontrare. Credo che voglia tentare di recuperarci alla vita!
Grazie MA!!!



sabato 3 febbraio 2018

FA GNENTE

Ho spesso detto a chi mi sta vicino e capisce ciò che dico che prima o poi avrei scritto un libro e, aggiungevo, il titolo lo avevo già. Più precisamente ho due titoli. ‘Ho una teoria’ e ‘Negare sempre'.  Nel primo racconterò le teorie che mi creo per cercare razionalità motivi e spiegazioni in quel che capita attorno a me vuoi vicino vuoi lontano. Nel secondo cercherò di spiegare la filosofia di vita che mi permetterebbe di convivere con gli altri con civiltà ma senza rischiare di essere fagocitati da, appunto, gli altri. Beh... non è molto chiaro... capisco... Ecco dovrò decidermi a scriverli sti libri!!
Ma ora ho un terzo titolo!           
  'FA NIENTE’...

anzi direi

‘FA GNENTE’

che mi sembra molto più pregnante e financo gnomico ma non mai gnostico!

In pratica FA GNENTE è una diramazione più finalizzata della su anticipata teoria del 'Negare sempre'.

FA GNENTE è esplicitamente elaborata per permettere la MIA PERSONALE SOPRAVVIVENZA con il P.

Fa gnente sono le parole con cui ormai concludo qualsivoglia ... discorso? conversazione? dialogo (ahahah)? scambio di opinioni (??????) ? scambio di stucchevoli convenevoli? Ecco forse l’ultima..., concludo, dicevo, qualsivoglia tentativo di comunicazione! Fa gnente mette fine a estenuanti (e sottolineo estenuanti che mi lasciano senza forze) tentativi di chiarire il senso di ciò che, solitamente di una banalità estrema tra l’altro, mi era sfuggito di bocca un attimo prima. D’altronde non si può vivere tacendo 24 ore su 24... Manco in clausura... Così a volte generalmente a tavola mi sfugge che so... un commento di quanto detto in tv (è l’unico momento in cui guardo la tv che poi per me esiste proprio poco), o il racconto di quanto capitato durante il giorno o altro. Finisce sempre SEMPRE allo stesso modo: dalla reazione mi è evidente che non sono stata chiara e allora cerco di cambiar parole di spiegare di trovare un altro punto di vista.. Niente! Pardon ... GNENTE da fare! Non trovo modo di trasmettere. E allora? Allora ‘fagnente’ dico con voce strozzata dalla furia di chi si sente anche presa in giro perché santoiddio secondo me fa apposta, fagnente come al solito. E taccio.

lunedì 29 gennaio 2018

Groviglio

Groviglio. Ediz. illustrata


di Christian SartiranaFrancesca Zanotto


Un meraviglioso libro meravigliosamente illustrato per bambini ma io che sono adulta l'ho letto l'ho goduto immensamente. E mi è anche stato utile per chiarire qualcosa di me a ... me!
Dunque Groviglio è ... un groviglio di fili in mezzo ai quali ci sono anche un chiodo un bottone e altro. Si trova in una discarica ma è diverso dalle altre cose che lì giacciono  perché Groviglio è vivo e sa di esserlo. Non è in grado divedere, di udire, di parlare e neanche di muoversi, ma lui SA di esistere e decide di andare via. Si fa aiutare dal vento che lo trasporta a incontrare la vita. Si entusiasma con l'innocenza  di un bambino a ogni incontro con qualsiasi cosa animata o inanimata che sia. Considera tutti amici o potenziali tali ed è sempre pronto a considerare le cose da un punto di vista diverso e nuovo.
Riuscirà il nostro adorabile Groviglio a 'sgrovigliarsi'?

Ovvio che sì!!! ma come? con l'aiuto prezioso di una bambina! E finalmente Groviglio sgrovigliato scoprirà chi veramente è!

Un viaggio alla scoperta del proprio essere che ognuno, bambino o adulto, dovrebbe imparare a fare!

(altrettanto ovvio che l'ho già comprato, letto e preparato da dare alle mie nipotine!!!)

martedì 23 gennaio 2018

Corso di disegno

Ho incominciato a frequentare un corso di disegno!!!


Da Ottobre con Mariangela mia nuova amica di palestra fatica e sudore ho incominciato a frequentare il Corso di Pittura Alessandro Conti, in Monza.

Il mio ringraziamento ai maestri 
Carla Colombo Sala,
Mariella Covertini,
Leo (Leonardo Bottazzi)
e a Angela Pastres che dirige e coordina


Questo il racconto del mio primo giorno.

Quando arrivi ti viene assegnato  il posto a un tavolo, posto che resterà tuo fino alla fine dell'opera che inizierai. Ti viene consegnata una tavola di legno compensato che sarà la TUA tavola di lavoro sulla quale va assolutamente fissato con lo scotch di carta il foglio bianco (rigorosamente A4 ruvido); poi vieni portata davanti a un enorme armadio pieno di ogni ben di Dio di oggetti vari di ogni dimensione, colore, materiale e ti viene chiesto di sceglierne uno due tre... quanti vuoi e di farne una  composizione da riprodurre sul foglio. Per delimitare lo spazio sul tavolo (quello vero mica la tua tavola di legno...) si usano dei cartoni ripiegati sui  quali si può drappeggiare uno degli innumerevoli teli a disposizione sempre nel suddetto armadione.

E a questo punto ti ritrovi sola davanti al tuo foglio.
E non sai cosa fare!

martedì 16 gennaio 2018

Adesso sono stufa

Abbiamo due vite. La seconda comincia quando ti rendi conto che ne hai una sola.
Bene. Ho cominciato la mia seconda vita.
Voglio viverla, spero di viverla, voglio con tutte le mie forze riuscire finalmente a vivere!
Mi son resa conto che finora ho vissuto cercando di fare quello che da me ci aspettava che facessi. 
Ho vissuto per avere l'approvazione degli altri. Chiunque fossero. Financo, al limite, quelli che mi passavano vicino per  la strada. 
Il bisogno di approvazione, di sentirmi dire 'brava' è stato a volte, anzi spesso, così forte e violento da rendermi fragile persino davanti ai successi degli altri. Ma quante volte mi son commossa, fino alla lacrima, alla premiazione per esempio degli atleti alle Olimpiadi... Mi viene in mente per ora solo questo esempio che però è emblematico della mia situazione. Vogliamo chiamarla emozione? Va bene. È sicuramente anche emozione. Ma questo è solo un esempio. Tutto quello che faccio, lo faccio avendo sempre presente il giudizio altrui. Desidero spasmodicamente sentirmi dire 'brava'!
Ricordo un giorno, in classe, parlavo di qualcuno, probabilmente di qualche letterato visto il mio ambito, vincitore del Premio Nobel. E, ricordo perfettamente, mi accaloravo e sottolineavo con entusiasmo questo fatto. "Capire, ragazzi! Ha vinto il Premio Nobel! Il Premio Nobel!" . E R., geniale nella mia materia quanto problematico in altre, dichiarato psicotico ma durante le mie lezioni sempre lucidissimo nelle sue analisi, dal primo banco mi guarda sorridendo (mi par d'averlo ancora davanti a me) e mi chiede "Ma prof., è così importante per lei vincere un premio?" . Non c'è cattiveria alcuna nelle sue parole, non c'è malizia. C'è forse solo un po' di meraviglia, di stupore  per la foga con cui parlo.  Ricordo anche la mia risposta "Beh, capisci.. è il Premio Nobel.. " e dopo qualche secondo continuo  "... te lo danno gli altri, non sei tu a chiederlo...". Ma il mio tono si è smorzato, si è fatto incerto.. Lui sorride e sembra accettare la mia risposta. Non replica. Abbassa gli occhi sul libro. La lezione riprende. Ma ricordo altresì che le sue parole mi avevano colpito. Molto. Tant'è vero che le ricordo a distanza di anni. Perché lì ho capito. Ho capito di aver costruito la mia vita attorno alla necessità di avere approvazione.  
E non mi basta mai!! 


E adesso sono stufa. 



domenica 14 gennaio 2018

Asimov - Il club dei Vedovi Neri

M. un  vecchio amico di lunga dat... no... un buon amico di recente data, recentissima a dire il vero (ma questa è un'altra storia...), mi manda dalla Florida Miami (sic!) una copia della raccolta di brevi racconti gialli di Isaac Asimov noto scrittore di fantascienza, meno noto, ma non per questo meno valido, scrittore di gialli del genere 'cerebrale' caratteristico per esempio delle opere di Agatha Christie e del suo incomparabile Hercule Poirot.          

Isaac Asimov 
Me ne aveva parlato suggerendomene la lettura, ma il libro pare  introvabile. 
Stavo per acquistarlo in formato  ebook via Amazon, quando in men che non si dica detto amico me ne invia tramite internet una copia! Già il SOLO fatto di  ricevere da oltre Atlantico come fosse dietro l'angolo un file, di scaricarlo, di aprirlo e infine di iniziare a leggere mi sembra incredibbbbile! E mi fa dire 'Voglio vivere altri cento anni per vedere cosa si inventa l'uomo... no... la donna... beh.. entrambi!'
Per farla breve,  un po' sul melatonino, che però risulta molto scomodo, un po' sul pad, ho già letto metà libro e son pronta a dirne la mia. 

I racconti sono brevi e in quanto tali fruibilissimi perché uno ne inizi e uno finisci scoprendo in modo veloce e piacevole l'arcano che ne è alla base. 
In un Club per soli uomini (Sgrunt! ma che noiosi ...) sei gentiluomini un po' all'antica, un po' affettuosamente polemici e provocatori  l'un con l'altro, per i quali pare che Asimov abbia preso spunto da un Club che effettivamente frequentava, si ritrovano periodicamente per il lasso di tempo di un pranzo nel ristorante Milano all'angolo fra la Quinta Avenue e la Tredicesima Strada a New York (Vedi racconto 'Domani'). Qui serviti da Henry il fido cameriere, tra cibi prelibati, buone bevande e discussioni serratissime al limite del pedante, dogmatico e sofistico, ma sempre assai scrupolosamente documentate e  realistiche  (quelle che lo stesso Asimov chiama le 'conversazioni intelligenti' che si diverte tanto a costruire ) i soci sono soliti avere un ospite il quale al momento opportuno verrà 'torchiato' cioè dovrà trovare e dare una giustificazione della propria esistenza. E non sono teneri i soci. Esigono risposte idonee! 
Oscar Gialli n. 117  Mondadori 1989
Oscar Gialli n. 117
Mondadori 1989
Il gioco continua, spesso collegato a quanto detto dall'ospite, alla ricerca di un enigma da risolvere. L'enigma deve essere in ogni caso portato proprio dall'ospite.

Geniale, assolutamente geniale, oltre che centrale nella costruzione dei racconti, la figura di Henry, l'insuperabile, immancabile, incomparabile, ineguagliabile oltre che stimato (così viene di volta in volta indicato dall'autore) cameriere. Potrebbe sembrare una figura di secondo piano perché per quasi tutto il racconto si limita a servire i soci parlando solo se interpellato come conviene a un maggiordomo degno di questo nome. Già qui dimostra una grazia, una gentilezza e un savoir-faire e un tempismo ormai direi rari, ma è al termine della storia che emerge Henry. Infatti nonostante lunghe e minuziose analisi a volte addirittura sentenziose e riflessioni che in alcuni casi rasentano la pedanteria i soci non riescono MAI a sciogliere i misteri  loro riportati da risolvere. È Henry che ascolta, riflette, analizza, trae conclusioni e con umiltà semplicità e buon senso trova la soluzione degli enigmi. Soluzioni apparentemente alla portata del lettore perché trovano la loro ragion d'essere nei dotti ed eruditi discorsi dei sei soci, ma non sempre è facile individuarla. Anzi...! Finora quella cui mi sono vagamente avvicinata è la soluzione del racconto intitolato 'L'oggetto mancate'. Il racconto a me meno gradito finora è quello intitolato 'Il secondo classificato' incentrato sulla storia americana e sui suoi Presidenti più o meno noti.

Salta evidente all'occhio anche di un profano la formazione scientifica di Asimov. In ogni dettaglio dei suoi racconti emerge la capacità di ricercare ed elencare gli elementi, di sottoporli ad analisi stringente, di sintetizzare la logica conclusione. Nulla è lasciato al caso. Tutto ha una spiegazione logica e rigorosa.


A breve ulteriori commenti, o eventuali errata corrige. Forse.




martedì 2 gennaio 2018

Il giardino dei fiori segreti - Cristina Caboni

Della Caboni ho già letto con molto piacere "Il sentiero dei profumi" e "La custode del miele e delle api".  Ripeto, letti con tale piacere e velocità, che detto da una ex lettrice anzi divoratrice di libri (da tempo non riesco a trovare quella gioia nel leggere che trovavo invece da sempre. Ma questo è un altro discorso), dicevo detto da una ex ecc è una bella premessa all'acquisto del successivo romanzo  uscito nell'agosto del 2016 appunto "Il giardino dei fiori segreti". 
Ebbene l'ho iniziato e poi... è subentrata la solita noia quella noia che mi prende presto per ogni cosa che intraprendo. 
Il libro non mi prendeva, mi sembrava assurdo persino il punto di partenza... la divisione di due gemelle bimbe ancora molto piccole, mi sembra di due anni, tra padre e madre che si separano e non si parlano praticamente più per 20 anni o giù di lì. Ma per favore... non diciamo fesserie!
Per non contare dell'altra mia teoria per la quale un libro se non ti prende entro le prime trenta pagine lo puoi scagliare e dimenticare in uno scaffale. 
Così il libro gironzolava tra il mio comodino, la sacca della ginnastica che tengo vicino quando assisto le bimbe in palestra, il computer (pardon...il Mac) deprivato fintanto della sovracopertina per comodità di trasporto, ma le pagine stentavano a girarsi. 
Poi Ciarlot ha insistito con insistenza e allora mi ci son messa di buzzo buono.
FINITO IN DUE dico DUE GIORNI!!
La storia era lì dietro alla pagina successiva che mi aspettava con imprevisti, colpi si scena, tensioni, scioglimenti, gioie, perdoni, rivelazioni, affetti, ritrovamenti, amori...e lacrime. Le mie. Sic!