Abbiamo due vite. La seconda comincia quando ti rendi conto che ne hai una sola.
Bene. Ho cominciato la mia seconda vita.
Voglio viverla, spero di viverla, voglio con tutte le mie forze riuscire finalmente a vivere!
Mi son resa conto che finora ho vissuto cercando di fare quello che da me ci aspettava che facessi.
Ho vissuto per avere l'approvazione degli altri. Chiunque fossero. Financo, al limite, quelli che mi passavano vicino per la strada.
Il bisogno di approvazione, di sentirmi dire 'brava' è stato a volte, anzi spesso, così forte e violento da rendermi fragile persino davanti ai successi degli altri. Ma quante volte mi son commossa, fino alla lacrima, alla premiazione per esempio degli atleti alle Olimpiadi... Mi viene in mente per ora solo questo esempio che però è emblematico della mia situazione. Vogliamo chiamarla emozione? Va bene. È sicuramente anche emozione. Ma questo è solo un esempio. Tutto quello che faccio, lo faccio avendo sempre presente il giudizio altrui. Desidero spasmodicamente sentirmi dire 'brava'!
Ricordo un giorno, in classe, parlavo di qualcuno, probabilmente di qualche letterato visto il mio ambito, vincitore del Premio Nobel. E, ricordo perfettamente, mi accaloravo e sottolineavo con entusiasmo questo fatto. "Capire, ragazzi! Ha vinto il Premio Nobel! Il Premio Nobel!" . E R., geniale nella mia materia quanto problematico in altre, dichiarato psicotico ma durante le mie lezioni sempre lucidissimo nelle sue analisi, dal primo banco mi guarda sorridendo (mi par d'averlo ancora davanti a me) e mi chiede "Ma prof., è così importante per lei vincere un premio?" . Non c'è cattiveria alcuna nelle sue parole, non c'è malizia. C'è forse solo un po' di meraviglia, di stupore per la foga con cui parlo. Ricordo anche la mia risposta "Beh, capisci.. è il Premio Nobel.. " e dopo qualche secondo continuo "... te lo danno gli altri, non sei tu a chiederlo...". Ma il mio tono si è smorzato, si è fatto incerto.. Lui sorride e sembra accettare la mia risposta. Non replica. Abbassa gli occhi sul libro. La lezione riprende. Ma ricordo altresì che le sue parole mi avevano colpito. Molto. Tant'è vero che le ricordo a distanza di anni. Perché lì ho capito. Ho capito di aver costruito la mia vita attorno alla necessità di avere approvazione.
E non mi basta mai!!