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lunedì 29 gennaio 2018

Groviglio

Groviglio. Ediz. illustrata


di Christian SartiranaFrancesca Zanotto


Un meraviglioso libro meravigliosamente illustrato per bambini ma io che sono adulta l'ho letto l'ho goduto immensamente. E mi è anche stato utile per chiarire qualcosa di me a ... me!
Dunque Groviglio è ... un groviglio di fili in mezzo ai quali ci sono anche un chiodo un bottone e altro. Si trova in una discarica ma è diverso dalle altre cose che lì giacciono  perché Groviglio è vivo e sa di esserlo. Non è in grado divedere, di udire, di parlare e neanche di muoversi, ma lui SA di esistere e decide di andare via. Si fa aiutare dal vento che lo trasporta a incontrare la vita. Si entusiasma con l'innocenza  di un bambino a ogni incontro con qualsiasi cosa animata o inanimata che sia. Considera tutti amici o potenziali tali ed è sempre pronto a considerare le cose da un punto di vista diverso e nuovo.
Riuscirà il nostro adorabile Groviglio a 'sgrovigliarsi'?

Ovvio che sì!!! ma come? con l'aiuto prezioso di una bambina! E finalmente Groviglio sgrovigliato scoprirà chi veramente è!

Un viaggio alla scoperta del proprio essere che ognuno, bambino o adulto, dovrebbe imparare a fare!

(altrettanto ovvio che l'ho già comprato, letto e preparato da dare alle mie nipotine!!!)

martedì 23 gennaio 2018

Corso di disegno

Ho incominciato a frequentare un corso di disegno!!!


Da Ottobre con Mariangela mia nuova amica di palestra fatica e sudore ho incominciato a frequentare il Corso di Pittura Alessandro Conti, in Monza.

Il mio ringraziamento ai maestri 
Carla Colombo Sala,
Mariella Covertini,
Leo (Leonardo Bottazzi)
e a Angela Pastres che dirige e coordina


Questo il racconto del mio primo giorno.

Quando arrivi ti viene assegnato  il posto a un tavolo, posto che resterà tuo fino alla fine dell'opera che inizierai. Ti viene consegnata una tavola di legno compensato che sarà la TUA tavola di lavoro sulla quale va assolutamente fissato con lo scotch di carta il foglio bianco (rigorosamente A4 ruvido); poi vieni portata davanti a un enorme armadio pieno di ogni ben di Dio di oggetti vari di ogni dimensione, colore, materiale e ti viene chiesto di sceglierne uno due tre... quanti vuoi e di farne una  composizione da riprodurre sul foglio. Per delimitare lo spazio sul tavolo (quello vero mica la tua tavola di legno...) si usano dei cartoni ripiegati sui  quali si può drappeggiare uno degli innumerevoli teli a disposizione sempre nel suddetto armadione.

E a questo punto ti ritrovi sola davanti al tuo foglio.
E non sai cosa fare!

martedì 16 gennaio 2018

Adesso sono stufa

Abbiamo due vite. La seconda comincia quando ti rendi conto che ne hai una sola.
Bene. Ho cominciato la mia seconda vita.
Voglio viverla, spero di viverla, voglio con tutte le mie forze riuscire finalmente a vivere!
Mi son resa conto che finora ho vissuto cercando di fare quello che da me ci aspettava che facessi. 
Ho vissuto per avere l'approvazione degli altri. Chiunque fossero. Financo, al limite, quelli che mi passavano vicino per  la strada. 
Il bisogno di approvazione, di sentirmi dire 'brava' è stato a volte, anzi spesso, così forte e violento da rendermi fragile persino davanti ai successi degli altri. Ma quante volte mi son commossa, fino alla lacrima, alla premiazione per esempio degli atleti alle Olimpiadi... Mi viene in mente per ora solo questo esempio che però è emblematico della mia situazione. Vogliamo chiamarla emozione? Va bene. È sicuramente anche emozione. Ma questo è solo un esempio. Tutto quello che faccio, lo faccio avendo sempre presente il giudizio altrui. Desidero spasmodicamente sentirmi dire 'brava'!
Ricordo un giorno, in classe, parlavo di qualcuno, probabilmente di qualche letterato visto il mio ambito, vincitore del Premio Nobel. E, ricordo perfettamente, mi accaloravo e sottolineavo con entusiasmo questo fatto. "Capire, ragazzi! Ha vinto il Premio Nobel! Il Premio Nobel!" . E R., geniale nella mia materia quanto problematico in altre, dichiarato psicotico ma durante le mie lezioni sempre lucidissimo nelle sue analisi, dal primo banco mi guarda sorridendo (mi par d'averlo ancora davanti a me) e mi chiede "Ma prof., è così importante per lei vincere un premio?" . Non c'è cattiveria alcuna nelle sue parole, non c'è malizia. C'è forse solo un po' di meraviglia, di stupore  per la foga con cui parlo.  Ricordo anche la mia risposta "Beh, capisci.. è il Premio Nobel.. " e dopo qualche secondo continuo  "... te lo danno gli altri, non sei tu a chiederlo...". Ma il mio tono si è smorzato, si è fatto incerto.. Lui sorride e sembra accettare la mia risposta. Non replica. Abbassa gli occhi sul libro. La lezione riprende. Ma ricordo altresì che le sue parole mi avevano colpito. Molto. Tant'è vero che le ricordo a distanza di anni. Perché lì ho capito. Ho capito di aver costruito la mia vita attorno alla necessità di avere approvazione.  
E non mi basta mai!! 


E adesso sono stufa. 



domenica 14 gennaio 2018

Asimov - Il club dei Vedovi Neri

M. un  vecchio amico di lunga dat... no... un buon amico di recente data, recentissima a dire il vero (ma questa è un'altra storia...), mi manda dalla Florida Miami (sic!) una copia della raccolta di brevi racconti gialli di Isaac Asimov noto scrittore di fantascienza, meno noto, ma non per questo meno valido, scrittore di gialli del genere 'cerebrale' caratteristico per esempio delle opere di Agatha Christie e del suo incomparabile Hercule Poirot.          

Isaac Asimov 
Me ne aveva parlato suggerendomene la lettura, ma il libro pare  introvabile. 
Stavo per acquistarlo in formato  ebook via Amazon, quando in men che non si dica detto amico me ne invia tramite internet una copia! Già il SOLO fatto di  ricevere da oltre Atlantico come fosse dietro l'angolo un file, di scaricarlo, di aprirlo e infine di iniziare a leggere mi sembra incredibbbbile! E mi fa dire 'Voglio vivere altri cento anni per vedere cosa si inventa l'uomo... no... la donna... beh.. entrambi!'
Per farla breve,  un po' sul melatonino, che però risulta molto scomodo, un po' sul pad, ho già letto metà libro e son pronta a dirne la mia. 

I racconti sono brevi e in quanto tali fruibilissimi perché uno ne inizi e uno finisci scoprendo in modo veloce e piacevole l'arcano che ne è alla base. 
In un Club per soli uomini (Sgrunt! ma che noiosi ...) sei gentiluomini un po' all'antica, un po' affettuosamente polemici e provocatori  l'un con l'altro, per i quali pare che Asimov abbia preso spunto da un Club che effettivamente frequentava, si ritrovano periodicamente per il lasso di tempo di un pranzo nel ristorante Milano all'angolo fra la Quinta Avenue e la Tredicesima Strada a New York (Vedi racconto 'Domani'). Qui serviti da Henry il fido cameriere, tra cibi prelibati, buone bevande e discussioni serratissime al limite del pedante, dogmatico e sofistico, ma sempre assai scrupolosamente documentate e  realistiche  (quelle che lo stesso Asimov chiama le 'conversazioni intelligenti' che si diverte tanto a costruire ) i soci sono soliti avere un ospite il quale al momento opportuno verrà 'torchiato' cioè dovrà trovare e dare una giustificazione della propria esistenza. E non sono teneri i soci. Esigono risposte idonee! 
Oscar Gialli n. 117  Mondadori 1989
Oscar Gialli n. 117
Mondadori 1989
Il gioco continua, spesso collegato a quanto detto dall'ospite, alla ricerca di un enigma da risolvere. L'enigma deve essere in ogni caso portato proprio dall'ospite.

Geniale, assolutamente geniale, oltre che centrale nella costruzione dei racconti, la figura di Henry, l'insuperabile, immancabile, incomparabile, ineguagliabile oltre che stimato (così viene di volta in volta indicato dall'autore) cameriere. Potrebbe sembrare una figura di secondo piano perché per quasi tutto il racconto si limita a servire i soci parlando solo se interpellato come conviene a un maggiordomo degno di questo nome. Già qui dimostra una grazia, una gentilezza e un savoir-faire e un tempismo ormai direi rari, ma è al termine della storia che emerge Henry. Infatti nonostante lunghe e minuziose analisi a volte addirittura sentenziose e riflessioni che in alcuni casi rasentano la pedanteria i soci non riescono MAI a sciogliere i misteri  loro riportati da risolvere. È Henry che ascolta, riflette, analizza, trae conclusioni e con umiltà semplicità e buon senso trova la soluzione degli enigmi. Soluzioni apparentemente alla portata del lettore perché trovano la loro ragion d'essere nei dotti ed eruditi discorsi dei sei soci, ma non sempre è facile individuarla. Anzi...! Finora quella cui mi sono vagamente avvicinata è la soluzione del racconto intitolato 'L'oggetto mancate'. Il racconto a me meno gradito finora è quello intitolato 'Il secondo classificato' incentrato sulla storia americana e sui suoi Presidenti più o meno noti.

Salta evidente all'occhio anche di un profano la formazione scientifica di Asimov. In ogni dettaglio dei suoi racconti emerge la capacità di ricercare ed elencare gli elementi, di sottoporli ad analisi stringente, di sintetizzare la logica conclusione. Nulla è lasciato al caso. Tutto ha una spiegazione logica e rigorosa.


A breve ulteriori commenti, o eventuali errata corrige. Forse.




martedì 2 gennaio 2018

Il giardino dei fiori segreti - Cristina Caboni

Della Caboni ho già letto con molto piacere "Il sentiero dei profumi" e "La custode del miele e delle api".  Ripeto, letti con tale piacere e velocità, che detto da una ex lettrice anzi divoratrice di libri (da tempo non riesco a trovare quella gioia nel leggere che trovavo invece da sempre. Ma questo è un altro discorso), dicevo detto da una ex ecc è una bella premessa all'acquisto del successivo romanzo  uscito nell'agosto del 2016 appunto "Il giardino dei fiori segreti". 
Ebbene l'ho iniziato e poi... è subentrata la solita noia quella noia che mi prende presto per ogni cosa che intraprendo. 
Il libro non mi prendeva, mi sembrava assurdo persino il punto di partenza... la divisione di due gemelle bimbe ancora molto piccole, mi sembra di due anni, tra padre e madre che si separano e non si parlano praticamente più per 20 anni o giù di lì. Ma per favore... non diciamo fesserie!
Per non contare dell'altra mia teoria per la quale un libro se non ti prende entro le prime trenta pagine lo puoi scagliare e dimenticare in uno scaffale. 
Così il libro gironzolava tra il mio comodino, la sacca della ginnastica che tengo vicino quando assisto le bimbe in palestra, il computer (pardon...il Mac) deprivato fintanto della sovracopertina per comodità di trasporto, ma le pagine stentavano a girarsi. 
Poi Ciarlot ha insistito con insistenza e allora mi ci son messa di buzzo buono.
FINITO IN DUE dico DUE GIORNI!!
La storia era lì dietro alla pagina successiva che mi aspettava con imprevisti, colpi si scena, tensioni, scioglimenti, gioie, perdoni, rivelazioni, affetti, ritrovamenti, amori...e lacrime. Le mie. Sic!

lunedì 1 gennaio 2018

2018

Che dire? Mi sembra ieri che si era lì ad aspettare con ansia gioia meraviglia stupore e incredulità il 2000... e già son passati 18 anni. Troppi. Senza dubbio troppi. I miei sono troppi. Non li sento. Non li voglio. Li disconosco. Li restituisco. Proclamo la damnatio memoriae ...
Voglio vivere ridere chiacchierare ascoltare e essere ascoltata. Sono disposta all'impossibile. Capisco la letteratura meglio di sempre.. Leopardi..   Il Faust...

In ogni caso 
AUGURI!!!!