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domenica 15 marzo 2020

Nell’anno del coronavirus


Venerdi 13 Marzo, Ore 8,42


Inizia un’altra giornata di reclusione forzata. Dalla finestra aperta alla primavera entra in camera un silenzio irreale rotto soltanto dal rumore ovattato di pochissime automobili che passano quasi timide lungo la strada al di là del giardino. 
Non hanno la solita rombante spavalderia. Passano guardinghe. Neppure le lastre smosse del selciato fanno rumore, quelle stesse lastre colpevoli con il loro grido beffardo di tante mie notti insonni. 
Ora ecco il rintoccare della campana della piccola Chiesa di san Maurizio posta sulla sinistra della Piazzetta Santa Margherita in fondo alla breve e stretta via che dal terrazzo mi si para davanti agli occhi al di là del giardino.
Lo strusciare delle grosse spazzole rotanti della macchina che pulisce la strada frammezzato ai rintocchi del campanile mi pare fin strano in questo momento in cui la vita sembra essersi fermata. M

Oggi cosa farò? Ho bisogno di qualcosa di concreto che si possa toccare e vedere. Forse una torta... o forse mi darò da fare con carta colla forbici e creerò un terribile quaderno di incantesimi e magie degno di una strega del passato. Lo farò persino un po’ sbruciacchiato ... le streghe finivano sul rogo... Le mie nipotine ne saranno felici quando sta faccenda finirà... 

È un momento difficile, e bisogna inventarsi qualcosa da fare, qualcosa che tenga impegnata la mente per darle modo di distogliersi e riposare anche se per poco.
Mi manca l’aria aperta del Parco. Quante volte ho detta ‘no’ all’idea di andare a camminare... Troppa fatica... troppo caldo... troppa pigrizia...
Mi manca la palestra dalla quale esco sempre meglio di come entro.
Mi mancano le quattro chiacchiere rubate al tempo sulla porta della palestra.
Le risate con le amiche e gli ammiccamenti complici.
‘Stare in casa’... Cos’è che dà fastidio? Esserne obbligati! Essere privati della libertà di fare ciò che si vuole. Ecco cosa c’è di insopportabile. Stiamo provando sulla nostra pelle il significato ‘perdita della libertà’!


Sabato 14 marzo ore 8,26


Pioggerella leggera. Poco fa è passato su di noi un piccolo temporale. Già... ê quasi primavera... 
Il  caffè ha dato alla mia mente il segnale di svegliarsi e penso a come posso occupare la giornata, oggi. Sistemerò la libreria! Mi sono sempre piaciuti i libri. Quel buon profumo di carta e di inchiostro unito a quel pizzico di odor di polvere che sa di sapienza antica, di cultura, di viaggi nel tempo e nell’anima. E so che in bilico sulla scala di metallo non saprò resistere alla tentazione di sfogliare le pagine non fosse che per sentirne la musica, e mi soffermerò a leggere qualche riga... Solo qualche riga... Solo qualche... Solo qualch... e accoccolata là in alto vicino al soffitto mi perderò ancora una volta nella magia della parola. Il tempo passerà più lieve. 

Versione meno poetica

Piove, porca miseria! Piove come in autunno. Decisamente meglio il temporale di prima con fulmini e tuoni. Era un segnale di vita e il cielo rimbombava che era una meraviglia, Dai, non pensarci e beviti il caffè! Scotta accidenti Che cazzarola faccio oggi? Un bel niente? Seeee... poi a furia di star lì immobile a guardare il soffitto ti viene la gnagnera oltre che il mal di schiena. Inventati qualcosa. Sistemare la libreria? Su e giù per la scala... sposta di qui... sposta di là... e voilá...  fatta un po’ di sana ginnastica. Magari mi vien pure da aprire un libro e mettermi a leggere...  Oddio! Là in alto instabile  sull’ultimo gradino... ODDIO!!! E SE CADO???

 Un’ora dopo
Fatto uno scaffale. Saliti e scesi 6 scalini non so quante volte. I libri erano tutti sossopra e mischiati. Mi basta e avanza. E poi ‘Morte a Venezia’ non c’è. Uffa


Domenica, 15 marzo ore 5 del mattino 


È ancora buio. Dal giardino mi raggiunge il canto del merlo. È finito l’inverno quindi! Canterà fino all’alba. So dove si trova il merlo. Sul ramo più alto del tasso in fondo al giardino. È lì che si mette prima del mattino. Sempre. Al tramonto invece lancia il suo canto al ciel dal colmo del tetto, sul braccio dell’antenna della televisione. Quante volte ho ascoltato la melodia del suo fischiare. 
Ora sento in lontananza altri merli che dai giardini vicini rispondono al ‘mio’ merlo in un concerto di richiami che sono un inno alla vita. Sono tre, e coordinano il canto senza mai sovrapporsi quasi si raccontino l’un l’altro la gioia del nuovo giorno. Un invisibile direttore d’orchestra affida il tema musicale ora a questo ora a quello in un crescendo di trilli flautati, acuti e forti, con brevi suoni più bassi.
Ecco, mentre concentrata scrivevo di loro, hanno pian piano diminuito i gorgheggi. L’alba è vicina. Ora sento gli ultimi suoni, sempre più rari e sottili all’orecchio. È come se sapessero di dover smettere di cantare, ma non volessero.
La sirena di un’ambulanza che si avvicina e si allontana mi riporta alla realtà. Il silenzio della città ê tale che posso seguirne il suono a lungo fin quando ormai molto fievole ne immagino l’arrivo in ospedale.  Quando riporto l’attenzione al giardino, tutto tace. 

Dalle persiane chiuse trapela la prima luce. Inizia un’altra giornata di attesa. 



Lunedi, 16 marzo ore 7,10



Mi sveglio. Ho freddo. Mi rincantuccio sotto le coperte tirandomele bene ma proprio bene fino intorno al collo che non si insinui neppure un sibilo di aria. Un ultimo ritocco  porta il lenzuolo sopra l’orecchia chè quando ho freddo non sopporta la minima frescura. 
‘Bene!’, penso, ‘Oggi che faccio...’ e non mi dò neppure la briga di trovare una risposta. Tanto sarà una noia un po’ angosciata come ieri.
‘Potrei’, mi suggerisco, ‘potrei appendere la bandiera verso strada!’
‘Sarebbe’, cerco di convincermi, ‘sarebbe un bel segnale di solidarietà...’
Poi mi sistemo ancor meglio le coperte tutt’intorno al corpo e chiudo gli occhi cercando il conforto del sonno.




Martedi 17 Marzo , ore 6



Sveglia come un grillo. Non posso tergiversare... corro... mi trascino in bagno per la pipì..
Torno al calduccio delle coperte, ma ormai il sonno è passato. Gioco a Ruzzle e scopro che due della squadra sono svegli al pari mio. Chiacchieriamo tra una partita e l’altra. Scopro che oggi qui c’è il sole. Me lo dice Stefania. Abita a Milano. Buona giornata a tutti!



Venerdì, 20 Marzo ore 8,34



Mi sono svegliata male stamattina. Penso che il merito sia del sogno. Ero in giro, a un certo punto in piazza Treno e Trieste. 
Era giorno. Una scolaresca in gita scolastica. Tutti i ragazzi accalcati gli uni su gli altri attorno al professore.
Io avevo per mano un bambino di 4 o 5 anno che suonava un ocarina o un piccolo flauto.
Sconvolta da quell’ammassamento cercavo il professore per fargli una storia e farli allontanare, ma non lo trovavo e allora ho preso in braccio il bambino e cercavo di allontanarmi ma due ragazze mi seguivano e uggiolavano che bel bambino ... che bel bambino.
Poi ero in una strada più stretta diretta a casa e i bar erano pieno di gente seduta fuori che rideva giocava a carte scherzava e io mi son messo a dir loro a voce alta ‘sgombrate! Disperdetevi! Allargatevi!’ Ma nessuno mi ascoltava..

Ecco, credo che questo sogno mi abbia fatto svegliare con l’angoscia. Quando ho aperto gli occhi avevo mal di stomaco e un’ansia da brivido. Ho avuto come l'impressione che non ne usciremo mai. Che niente sarà piuttosto come prima.
Ho fatto il caffè e son tornata a letto come faccio sempre se posso e adesso posso... posso... Ho fatto due partite a ruzzle contro voglia il che la dice lunga e pian piano mi son calmata un po’
Oggi? Dovrò  trovare qualcosa da fare che mi occupi mani e mente. Lavorerò alla agenda di C.


21 marzo, ore 9


Maledizione... maledizione ai momento in cui ieri sera ho deciso di prendere solo una pastiglia! Quella che io prendo la sera per le gambe senza riposo.
‘Vediamo un po’, mi son detta, ‘proviamo! Magari  ne basta una! Coi tempi che corrono... andare in farmacia...mascherina... mani...’ Un accidenti mi prenda! Mi son dovuta alzare più e più volte. Son finita in cucina a mangiare ovviamente. A volte poi mi addormento dopo il cibo, vero! Ma già non vado in palestra e metto su ciccia anche senza queste incursioni... Ho dovuto ricorrere al valium . Stamattina ho faccia e occhi gonfi. (Mi è venuto il sospetto che sia il valium., Indagherò, Già ho scoperto che mi crea sensibilità al solo..Mamma!!, ma dovevi ereditarmi questo bel regalo!!??)
E come se non bastasse SOGNO! Sogno un sacco. Troppo


22 marzo. Domenica ore 8,20


Apro gli occhi. Tre secondi. Li richiudo. Oggi non affronto niente. Me ne sto qui tutto rincantucciata e aspetto. Aspetto di dimenticarmi di me. Aspetto che il mondo dimentichi.
Non so neanche che giorno è. Cioè, so che è il 22. Ieri era primavera! Ma se sabato o lunedì..no lunedì no .. se no ieri sarebbe stata domenica e NON era domenica! Poi ho guardato il pad e ho visto che OGGI è domenica. Bene. Ci sarà più silenzio del solito.
Non sento sirene. Né vicine né lontane. L’altro giorno mentre cucinavo ho sentito avvicinarsi prepotente una sirena. Ho guardato e sotto le finestre passavano ‘solo’ i pompieri. Bellissimi. Rossi. Luccicanti POMPIERI. Ieri stessa cosa. Sento la sirena. Mi affaccio. Una enorme autoambulanza mi ha tolto il fiato. Non l’ho guardata passare. Ho chiuso in fretta.
Oggi il cielo è nuvolo.

20 minuti più tardi
Poi mi son messa a scorrere il mio blog..Cavolo! Mi piace! Son brava!
A parte questo slancio di bellaggine verso me stessa, mi son soffermata su un video di Celentano di cui ho inserito il link e casualmente (probabile che in seguito abbia cliccato a caso in youtube) ho trovato un altro video: Celenta e Mina. Fantastico



 https://youtu.be/p3TZrdNmdbc



Ore 16

Coro ... da lontano. Va pensiero




Lunedì 23 marzo ore 9,06


Stanotte un vento furioso mi teneva sveglia. Beh, a dirla tutta ero sveglia ‘forzata’ anche per altri due motivi.
1) Ruzzle. Alla una sarebbe finita la sfida settimanale e DOVEVAMO vincere e DOVEVAMO cioè dovevo, gli altri dormivano tutti, tenere a bada i secondi che ci incalzavano. Abbiamo vinto. Ovvio. Quando mi ci metto. Mi ci metto.
2) Spesa on line. Impossibile da giorni trovare uno slot di consegna libero. Ieri avevo letto da qualche parte che è a mezzanotte che la Esselunga mette a disposizione in nuovi slot. Bene. A mezzanotte clicco. Sito in manutenzione. Riprova piuttosto tardi. Bene, ho pensato amleticamente, allora c’è del vero in quanto letto. Ho riprovato per mezz’ora.,  Finalmente la rotellina inizia a girare e il sito si carica di nuovo. Ci siamo, mi son detta. .Spes ultima dea. CICCIA! Gli slot TUTTI OCCUPATI.!!! Anche stamattina.




merc 25 Marzo ore 9,45


Dies infausta quae incipit cum maldestro (very very very molto maldestro) inciampamento et conseguente sversamentulo   my cup  of coffee .... in lectuli camera!!!
Ahhhh! (Gridum doloris!)
Pavimentum et lectum et materassum et  pantopholae  alias appellatae chabattae  et  copertae et, ovvie, lenzuola ... omnia et omnes ...
hercle!!

Gio 26 Marzo ore 6’23


Dormito bene anche se per addormentarmi son dovuta ricorrere al cibo. Fette biscottate. Dopamina. Non va bene ma poi mi addormento.
Oggi? Oggi vorrei poter riaddormentarmi e dormire dormire dormire...

Ps. Ieri ho trovato un slot di consegna libero. Yeeeeesss!!!




Ore 10,47

Sono in piena auto commiserazione. Ahimè

Sabato 28 ore 17,16


Pensieri terribili mi corrono in testa e non riesco a scacciarli. Ma arriveremo alla lotta per il cibo? Gireremo armati per difenderci? Sempre più mi viene in mente Survivors i sopravvissuti.. serie anni 70


Lunedi 30 marzo ore 7,36 di ora legale

Una sola parola stamattina mi viene: uff!!!

Ore 21,46

Ma porca la miseria! Tutti sti sacrifici di reclusione e poi ? Eccola lì la scemata che scopro stasera. Antefatto: stamattina il Peppo è sceso in farmacia e già che  c’era gli ho detto di andare a prendere il pane. Bene. Torna, gli apro il coso della plastica, butta via i guanti, si lava le mani in tre secondi ma pazienza. Ok. Stasera butra ninnso cosa nella plasticace giù una bella spinta con le mani le braccia dentro al secchio della plastica. Poi ‘io grido’ capisci? Io grido! Cavolo! E mica si catapulta a lavarsi quando ‘io grido’ No! Ha da ridire che ‘grido’! Le mani si è degnato di sciacquarle.. E fosse finita qui! Ho scoperto poi che si é fermato anche al bancomat! Ora! Non l’ho visto e quindi unp 0,000001 % lo posso concedere, ma avendo io stamattina sentito due volte la porta di 8 gresso ricostruisco cosi: è uscito una prima volta per il bancomat (bella sana la tastiera!) É tornato su a portare i soldi (tastando la ,maniglia, forse il corrimano, il cassetto della scrivania, du nuovo la maniglia questa vo,ta quella interna, le chiavi , con gli stessi guanti poi è andato per il pane. No comment





domenica 1 marzo 2020

Canto Navajo

Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano.
Sono la scintilla diamante sulla neve.
Sono la luce del sole sul grano maturo.
Sono la pioggerellina d’autunno.
Quando ti svegli nella quiete del mattino
Sono le stelle che brillano la notte.
Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
– Canto Navajo –