Incredibili maestre!
Dura lex sed lex.
Da qualche giorno io e le mie nipoti siamo in Dad.
Didattica a Distanza.
Quattro spazi-lezione al mattino, uno al pomeriggio.
Il mio compito è assistere. Il silenzio è la cosa più difficile. Dai sussurri e dai bisbigli che si sentono in sottofondo e che a volte all’improvviso si trasformano in voci forti e decise qualche parola sfugge, e non solo ai bambini. Ma questa è un’altra storia.
Oltre ad assistere non mi resta molto altro da fare a parte procurare materiale vario che va dai fogli bianchi... a quelli a quadretti... con i buchi... alla matita nera che si è volatilizzata... o il temperamatite che te ne ho dato uno ieri come fa a non essere in cartella vabeneeccoteneunaltro.
E i minuti passano scanditi dalle voci delle maestre che spiegano chiedono ascoltano... Si, ho scoperto che le voci delle maestre sanno ascoltare. Lo fanno quando si fermano per capire quello che avviene al di là dello schermo, e consolano e suggeriscono e ripetono all’infinito le stesse parole, bambino per bambino con una pazienza che non pensavo potesse esistere.
Stamattina in apertura una maestra ha confessato di essersi lasciata prendere un po’ dallo sconforto al termine della lezione di ieri.
Tutto quello che potrebbe essere risolto con un sorriso o un gesto della mano o una carezza o un’occhiata, ora invece richiede l’interruzione della lezione, la ricerca sullo schermo, tra i volti o tra le manine-simbolo alzate, del bambino che si sta smarrendo e che ha bisogno di un incoraggiamento e, se il microfono è acceso e se la videocamera è connessa, forse l’aiuto riesce ad arrivare. La stessa maestra, tuttavia, poco dopo così ha concluso la lezione: ‘Bambini? Vedete come siamo diventati bravi con la scuola online rispetto all’anno scorso? E poi? Poi qui ci vediamo in faccia! Senza la mascherina!’.
Hanno la mia ammirazione e il mio ringraziamento, le maestre. Preparate, duttili, dotate di pazienza inesauribile.
‘Prendete tre matite... No .. non importa il colore... Come dici? Sì, vanno bene anche i pennarelli. Ora prendetene altre quattro. Quante matite abbiamo? Dimmi Pietro, cosa c’è?’ ‘Maestra volevo dirti... vuoi vedere il mio cucciolo?’ E dopo i gridolini di gioia della maestra che riesce persino a non perdere il filo della lezione, si sente un’altra voce ‘Maestra... ma devo prendere 12 pennarelli o 12 matite? Non ho capito... di che colore...’
È una fatica improba. Connessioni instabili, microfoni spenti, scolari che spariscono dallo schermo e ricompaiono nella sala d’attesa, c’è chi si trova a casa dei nonni o in ufficio con il papà e non ha il libro o la scheda o il foglio, chi non riesce a sentire, chi non vede la maestra, chi ‘non ci sta più’ sul foglio a scrivere, e tutti chiedono chiedono chiedono finché la loro voce riesce a penetrare in questa strana nuova scuola online, e le maestre ascoltano risolvono e assolvono. Sostengono. Loro, chi le sostiene?
E i bambini? Bravissimi e pazienti anche loro! Qualcuno segue la lezione addirittura su un cellulare, e nessuno, ma proprio nessuno che dica mai una sola parola di disagio o di lamento per la situazione.
Marzo 2020
s.p.